Madonna Bambina

A Castroreale la festa della Natività di Maria fu introdotta dai frati cappuccini, che a causa del terremoto del 1616 furono costretti a lasciare il loro Convento nella contrada di Fondacarso e dopo varie vicissitudini 1otto settembre 1625 raggiunsero le mura di Castroreale in contrada Val1e, così come ci viene raccontato dal Burrascano: ” Fu il di 8 settembre 1625 (giorno sacro alla Natività della Ss. Vergine) che l’intiera Comunità venne ad abitare il nuovo Convento, ov’era ansiosamente aspettata, ed ove fu accolta con le più entusiastiche ed affettuose dimostrazioni da immenso popolo d’ogni classe di cittadini, che sin dall ‘alba di quel giorno vi si affollavano, mentre le campane di tutte le Chiese della Città suonavano a festa. Così in mezzo a tante straordinarie acclamazioni quei buoni Religiosi arrivarono al loro nuovo soggiorno, ove, appena giunti, sciolsero in Chiesa un solennissimo inno di ringraziamento al Signore per tanti benefici ricevuti.
Vollero però che in memoria di si fausto avvenimento si festeggiasse in perpetuo l’anniversario di quel giorno, per rendere sempre nuove grazie a Dio ed a Maria.
E difatti da allora in poi sin oggi, nonostante la tristizia dei tempi, e la miseria a cui sono stati ridotti i Frati, si è ogni anno solennizzato il dì 8 settembre per quel santo fine e in onore della Natività della Madre di Dio………
Da quel momento in memoria dell’avvenimento, per rendere sempre grazie alla Madonna l’8 settembre è rimasto come un giorno solenne che viene evidenziato dalla processione della Madonna Bambina. La piccola statua raffigurante la Madonna in fasce viene trasportata dai bambini che in nello stesso anno ricevono il Sacramento dell’Eucarestia dalla Chiesa S.M. Degli Angeli al Duomo.

Riti Pasquali

Si rinnova, puntualmente come ogni anno, in Castroreale la tradizionale manifestazione religiosa del Venerdì santo, alla quale parteciperanno oltre 10 “barette” e la seicentesca Confraternita di Gesù e Maria, con le tradizionali corone di spine in testa e con le discipline di ferro, con le quali i confrati si battono il petto. Indubbiamente però la maggiore attrazione sarà esercitata dalla storica processione del “Cristo Lungo”, che avrà luogo Mercoledì e Venerdì santo alle ore 16.00, coerentemente ad una tradizione semimillenaria. Il Cristo, ritenuto miracoloso per aver preservato la città dal colera nel 1854, è considerato un palladio cittadino ed accomuna, per la spettacolarità processionale (unica nel suo genere) e per le manifestazioni di compostezza e di fede, cittadini di vario credo. La processione muoverà dalla chiesa di S. Agata (dove il Cristo è usualmente custodito) verso il Duomo e viceversa. In una città, che conserva intatto il fascino paesaggistico ed architettonico di chiara impronta medievale, l’artistica immagine cinquecentesca a grandezza naturale del Cristo sofferente ripercorrerà, quindi, con solennità le poche strade che ne permettono il transito, ergendosi al di sopra di tutte le case, tranne il Duomo, unico edificio dove la Croce può essere inalberata, sfiorando quasi le capriate del tetto. Infatti il Crocifisso, denominato a tal proposito “U Signori Longu”, sarà fissato, come da tradizione, su un alto palo di legno sfaccettato, dipinto di nero e fasciato di ferro, il quale a sua volta sarà poi inalberato, messo a piombo e fissato con due perni di acciaio, su una pesante vara. Il trasporto processionale, che impegna circa 70 persone, è fatto a spalla per vie che presentano notevoli pendenze ed è basato su un attento gioco di equilibrio reso possibile dall’ausilio di pertiche di varia lunghezza terminanti in forcine di ferro, le quali, trovando la presa sotto grossi e bianchi chiodi confitti ad intervalli regolari nelle facce anteriore e posteriore della Croce, lo puntellano durante il percorso in salita ed in discesa. La processione, come sempre, percorrerà soltanto poche vie, muovendosi assai lentamente, in comprensibile silenzio e con compostezza. Emozionanti si manifestano i momenti dell’inalberamento e dell’abbassamento dell’altissima Croce (14 metri), le cui manovre richiedono sapiente attenzione ed accurato coordinamento dei movimenti da parte di coloro che maneggiano le forcine, diventati esperti solo dopo aver fatto un graduale apprendistato. Oggi non esiste più differenza di ceto fra i portatori della vara ed i “maestri di forcina”, rappresentati da professionisti e lavoratori dei vari settori produttivi, mentre in passato appartenevano rispettivamente alle categorie dei lavoratori agricoli e degli artigiani, i cui discendenti però perpetuano tuttora la tradizione di trasmettere generazionalmente l’ambìto privilegio.

Festa di S. Silvestro

S. Silvestro il Patrono del paese

Si presuppone che fino al 1538 la Patrona di Castroreale era la Madonna Maria Assunta, S. Silvestro lo fecero diventare Patrono i castrensi, il 31 dicembre 1538, dopo la vittoria di Carlo V, contro le truppe che volevano impadronirsi delle città. La tradizione è tuttora viva nel popolo, che attribuisce a S. Silvestro la vittoria. Si racconta che il 31 dicembre del 1538 S. Silvestro aiutò il paese che stava per essere assalito dalle truppe spagnole che dopo vari tentativi falliti, tentarono di arrivare a Castroreale, salendo le montagne arrampicandosi ai cespugli, ma miracolosamente ci fu una pioggia a dirotto che rammollò la terra e sradicò i cespugli a cui i soldati si aggrappavano e così precipitarono in basso. Si narra pure che lo stesso S. Silvestro fu visto dai monaci di S. Agostino lanciare pietre contro i nemici per difendere il paese, è da quel giorno appunto, che venne riconosciuto dai paesani il loro patrono, e viene festeggiato il 31 dicembre.

Festa dell’Assunta

Essendo la festa della Patrona, in passato era la manifestazione più importante dell’anno intorno agli anni che andavano dal 1840 al 1843 si trattava sicuramente di un simulacro piccolo e leggero, venerato nella chiesa dei Cappuccini e portato in processione solo in quegli anni.
Successivamente, con il denaro raccolto dai cittadini, dalle chiese e dal comune,si riuscì a far eseguire al noto artista Matteo Mancuso l’attuale statua della Madonna Assunta che venne presentata ufficialmente a Castroreale il 14 Agosto del 1848, accompagnata dal popolo, dalla banda musicale e dall’artista stesso.
La vara viene conservata ancora in buone condizioni nel Duomo all’interno della cappella dedicata all’Assunta (nella navata di destra). Allora veniva esposta a partire dal primo agosto in venerazione dei fedeli e trasportata ogni anno in processione il 15 agosto con l’accompagnamento della banda musicale; i festeggiamenti duravano tre giorni, dal 13 al 15 agosto, preceduti da una quindicina di funzioni religiose.
Infatti, a partire dal primo agosto si lavorava per creare un tempio sfarzoso e gioioso per la glorificazione della Madonna. Il tempio veniva addobbato di fiori, addirittura veniva allestita eretta una scalinata rivestita di fiori, carta decorata rametti e ceri all’interno della quale veniva posta la reliquia del Sacro Capello, esposta alla venerazione dei fedeli.
I tre giorni che precedevano la festa vera e propria erano evidenziati dai mortaretti e dallo scampanio festoso che esaltavano ancora di più i momenti delle celebrazioni; fino ad arrivare alla festa vera e propria del 15 Agosto, quando in processione la Madonna percorreva le vie cittadine che ripercorrevano le chiese del paese, salutata dal salve di mortaretti, dallo scampanio delle campane e dal rullo dei tamburi che raccoglieva la presenza di tutte le confraternite, mentre voci di canti religiosi riempivano le strade cittadine. A rendere ancora più solenne c’era la “gara” ad esporre i balconi, le finestre, più in vista possibile con addobbi di coperte preziose, festoni e fiori. Ancora ora la celebrazione viene ripetuta percorrendo le strade del paese con il consueto accompagnamento della banda Musicale cittadina, la partecipazione dei fedeli e la solenne celebrazione religiosa.

Festa di Gesù

Festa di Gesù e Maria

Santa Croce

Santa Croce

Festa di S. Domenica

A Protonotaro il patrocinio di S. Domenica ( la S. Ciriaca del rito greco), la cui festa viene celebrata nella seconda domenica di agosto, risale quanto meno ai primi decenni del secolo XVI, quando fu collocata sull’altare maggiore della chiesa intitolata alla Santa una tavola della tarda scuola antonelliana raffigurante la Madonna in trono col Bambino tra le Sante martiri Domenica e Caterina di Alessandria. E’ probabile che la chiesa di S. Domenica, originariamente ubicata nella contrada omonima e nel 1614 riedificata nel sito attuale, sia da identificare con quella antica intitolata a S. Nicolò, al cui culto nel 1731 era riservato soltanto uno degli altari laterali dell’unica chiesa allora esistente nel villaggio, essendo nel frattempo scomparsa l’ altra antica chiesetta ricordata dai registri sopra citati col titolo di S. Maria, da correggere forse in S. Marina. Ma nulla di certo è possibile affermare sulle ragioni indussero gli antichi abitanti di Protonotaro alla scelta di S. Domenica come patrona.

Festa del Carmine

Festa del Carmine

Festa di S. Carlo Borromeo

A Bafia, dove si insediò fin dall’inizio del secolo XVI la maggior parte degli abitanti dell’antico casale e feudo di Piscopo, la scelta del nuovo patrono è caduta invece su S. Carlo Borromeo, la cui festività viene celebrata il 4 novembre. E’ chiaro che tale elezione è posteriore al 1610, anno della canonizzazione del Santo, e pare che sia dovuto al fatto che la costruzione della nuova chiesa del villaggio, nella contrada oggi detta Chiesa Vecchia, fu finanziata da un D. Carlo Moleti, barone dei feudi di Catalimita e S. Andrea, che volle intitolare il sacro edificio al Santo Arcivescovo di Milano, di cui egli portava il nome e al quale era particolarmente devoto. Ma non è da scartare l’ipotesi che gli abitanti del luogo abbiano voluto propiziarsi un Santo divenuto assai presto molto popolare non solo per l’opera da lui esplicata durante il Concilio di Trento, ma anche per la riconosciuta efficacia del suo patrocinio contro la peste e le epidemie. Ed era proprio quest’ultima necessità quella che spingeva spesso paesi e città ad affidarsi alla protezione di Santi come il martire Sebastiano, il pellegrino Rocco e la vergine palermitana Rosalia.

Festa della Candelora

LA FESTA
La festività della Purificazione di Maria viene celebrata a Castroreale il 2 febbraio di ogni anno col canto delle lodi della Vergine, la benedizione delle candele, la processione del settecentesco simulacro alla Chiesa Madre, la celebrazione della Messa solenne e la restituzione professionale del simulacro alla chiesa della Candelora. La celebrazione del rito religioso occupa tutta la mattinata e termina, poco dopo mezzogiorno, con la benedizione al rientro della processione. E’ interessante notare come la brevità del percorso professionale, diverso da quello delle altre processioni cittadine che interessano l’intero circuito del centro abitato, costituisca un ulteriore indizio a favore dell’antichità di questo rito, che ci riporta alla formazione del primo nucleo abitativo interno al castello.

LA FIERA
Alla celebrazione della festa è legata anche la fiera che ha luogo nella piazza antistante alla chiesa e lungo il corso Umberto I, l’antica via Artemisia, che congiunge la piazza della Candelora a quella del Duomo. Della istituzione di questa fiera si è persa la memoria, ma è certo che essa in passato esercitava un fortissimo richiamo, dal momento che i compratori affluivano a Castroreale da tutto il territorio circostante con la certezza di trovarvi le mercanzie e i manufatti più disparati. Si sa che nell’Ottocento la fiera aveva la durata di due giorni e che i commercianti, per non correre il rischio, data la carenza di spazi nel centro urbano, di doversi accontentare di posizioni non troppo favorevoli, intervenivano in anticipo rispetto alla data della festività.
Alcuni, se le condizioni metereologiche lo consentivano, si fermavano dal primo febbraio fino a tutto il giorno tre, durante il quale, nella stessa chiesa, si celebrava la festa di S. Biagio. In questa fiera si vendevano e si vendono prodotti alimentari di prima necessità, dolciumi, tessuti, capi di abbigliamento e indumenti, utensili e attrezzi di ogni genere; ma le merci più pregiate erano argenterie e oggetti in rame e in bronzo, di cui vi era un notevole assortimento.
Oggi la fiera ha luogo soltanto il secondo giorno di febbraio, dalla mattina fino alla fine delle funzioni religiose, e registra una discreta affluenza.